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Chiesa di S.Martino a Mensola

In epoca antichissima era qui sorto un oratorio dedicato a San Martino, ricostruito da Sant'Andrea di Scozia nell'816. Dall'XI secolo ne ebbero il patronato i monaci della Badia fiorentina che provvidero alla ristrutturazione dell'edificio fra il 1451 ed il 1472 in forme brunelleschiane, forse su disegno di Giusto d'Antonio.
Ebbe il patronato degli Zati, dei Gherardi, dei Betti, che l'arricchirono di opere d'arte.

La facciata della chiesa è preceduta da un portico a tre campate coperte con volte a crociera con tre arcate a tutto sesto poggianti su colonne tuscaniche sulla parte anteriore.

L'interno della chiesa è a tre navate coperte con soffitto a travi a vista e divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su colonne ioniche. In fondo alla navata centrale, si trova l'abside, a pianta quadrangolare, coperta con volta a vela. Al suo interno, si trovano l'altar maggiore, che custodisce, all'interno di un sarcofago, le spoglie di sant'Andrea di Scozia, e, sulla parete di fondo, la Madonna col Bambino e santi del Maestro di San Martino a Mensola (1391). In fondo alla navata di sinistra, vi è l'Annunciazione, attribuita a Zanobi Machiavelli, e, in fondo a quella di destra, la Madonna col Bambino e due sante di Taddeo Gaddi (1350), mentre lungo la navata si trova la Madonna col Bambino e santi di Neri di Bicci.

Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne, unico strumento costruito ex novo da Pietro Agati che compì l'opera nel 1803. Integro nelle sue caratteristiche foniche originarie, dispone di 8 registri, e la sua consolle ha un'unica tastiera e pedaliera a leggio.

La chiesa è stata completamente consolidata e restaurata nell'anno 1995 dal professor architetto Massimo Ricci che ha dovuto riprogettare anche tutto lo spazio interno e tutti gli altari, compresa la distribuzione e dislocazione delle opere d'arte nel catino absidale che era stato modificato dall'intervento precedente dell'architetto Sampaolesi. In particolare sono stati ricostruiti e reintegrati tutti gli altari, compreso quello principale e spostata contro la parete tergale l'importante pala trecentesca che è stata ricollocata sulle mensole originali. Inoltre è stata completamente ritrovata la chiesa del IX secolo (cripta) sulla quale è stata costruita l'attuale chiesa del XIV secolo, tuttora visitabile.

[fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Martino_a_Mensola]
http://www.sanmartinoamensola.it/Via di S. Martino a Mensola - 4 - 50135 Firenze FI ( )


Arte - Sacro - Storia
Oratorio del Vannella
L'oratorio fu costruito ed affrescato fra il 1719 e il 1721 (datazione documentata all'altar maggiore e nella volta) a ricordo dell'apparizione della Madonna ad una fanciulla di nome Vanna, chiamata comunemente Vannella. Essendo in origine un tabernacolo, all'interno si trova un affresco, piuttosto danneggiato, da alcuni ritenuto opera giovanile di Sandro Botticelli, raffigurante la Madonna in trono col Bambino.

L'immagine della Vergine è venerata come miracolosa protettrice degli scalpellini e scultori settignanesi; la sinopia è esposta nella controfacciata. Dal 1754 vi ha sede la congregazione 'del Trentesimo', sorta a difesa dell'oratorio. Vi si trova anche una raccolta di piccoli dipinti ex voto del Settecento e Ottocento.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Oratorio_della_Vannella]
-Via Desiderio da Settignano - 56/b - 50135 Firenze FI ( )
Arte - Sacro - Storia
Chiesa di Santa Maria Assunta a Settignano
Sulla facciata esterna c'è una terracotta imbiancata di un artista della prima metà del Cinquecento, Vergine col piccolo Gesù e San Giovannino. Di fianco sono incastrati nel muro quattro mascheroni del XIV secolo.

Il suo interno è a tre navate e vi si trova una Risurrezione di Gesù di Maso da San Friano (fine del XVI secolo); nella cappella del Santissimo Sacramento l'Ultima Cena di Andrea Commodi (1615); alcuni affreschi di Santi di Tito (1593), intorno alla statua di Santa Lucia. Il Crocifisso sull'altar maggiore è del XV secolo e gli affreschi nella cupoletta dell'abside sono di Pier Dandini. In questa chiesa si trovano anche una Madonna col Bambino e due Angeli, terracotta della bottega di Andrea della Robbia, il fonte battesimale (1745), un ciborio del XV secolo e il pulpito attribuito a Gherardo Silvani su disegno di Bernardo Buontalenti (1602).

Annesso alla chiesa c'è l'Oratorio della Santissima Trinità, sulla cui porta c'è l'Adorazione del Bambino, di artista del XV secolo, allievo di Desiderio.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_Assunta_(Firenze)]
https://parrocchiadisettignano.it/Piazza Nicolò Tommaseo - 18 - 50135 Firenze FI ( )Arte - Sacro - Storia
Villa I Tatti
La villa, anticamente di proprietà degli Zati, fu ceduta nel 1563 a Giulio d'Alessandro del Caccia. In seguito fu della vedova di Niccolò di Francesco degli Alessandri, Porzia di Tommaso de' Bardi (nel 1603) e restò dei discendenti dei suoi figli fino al 1854, quando il conte Gaetanto Alessandri la cedette a John Temple Leader, l'eccentrico magnate inglese che possedeva gran parte di Maiano ed aveva il suo centro preferito nella vicina Vincigliata. Alla sua morte tutte le sue proprietà furono ereditate da lord Westbury.

Nel 1906 il famoso critico e storico dell'arte Bernard Berenson e sua moglie Mary Pearsall Smith decisero di acquistarla, vivendovi ormai fin dal 1900. A quell'epoca la villa e i giardini erano stati oggetto di un progressivo deterioramento, ma, dal 1909, furono oggetto di sostanziali restauri, grazie anche alla fama di Berenson, che aveva iniziato a ricevere una retribuzione regolare dal grande mercante d'arte americano Joseph Duveen, che col fratello, a New York, possedeva la prestigiosa ditta Duveen Brothers, dove, si può dire, sono transitate la gran parte delle opere italiane presenti nei musei statunitensi. Berenson incaricò Cecil Pinsent e Geoffrey Scott della trasformazione della casa e del giardino.

I Tatti divenne uno dei più importanti centri della comunità anglosassone fiorentina e della cultura della città in generale nella prima metà del Novecento. In essa passava il fior fiore delle élite cittadine e straniere in visita, assieme alla villa Il Salviatino di Ugo Ojetti e alla Villa di Montalto di Tammaro de Marinis.

Nel 1936 Bernard Berenson lasciò la villa, insieme all'importante collezione di arte del XIV, XV, XVI secolo, alla biblioteca e alla fototeca, in eredità alla Harvard University, che ne ha fatto la sede del Centro di Storia del Rinascimento italiano. Qui lo studioso morì, nel 1959, all'età di novantaquattro anni.

L'ingresso originario, ormai in disuso, avveniva tramite un viale di cipressi, che conduce in alto verso una piccola scalinata, adornata da una nicchia, con al centro una scultura. Salita la scalinata si accede ad una terrazza, compresa tra l'edificio padronale e la limonaia, sistemata ad aiuole bordate di bosso, al cui centro sono posti degli alberi. Superata la limonaia si giunge ad una serie di giardini terrazzati disposti su un pendio rivolto a sud. Questi sono chiusi, su entrambi i lati, da alte siepi di cipresso, e ripartiti da geometriche aiuole bordate da siepi di bosso, che compongono l'ampio spazio che si distribuisce lungo il viale centrale, pavimentato a mosaico e messo in risalto dagli obelischi in bosso. Un passaggio nell'alta spalliera di cipresso, che chiude a valle il giardino, è indicato da due statue, che introducono ad una piccola scalinata attraverso la quale si accede ad un boschetto di lecci.

Dietro la villa si trova un giardino pensile, anch'esso realizzato con aiuole bordate da siepi di bosso potato. Anche in questo caso Cecil Pinsent riuscì a fondere bene il giardino progettato con il paesaggio circostante, creando una serie di viali alberati, che portavano in aperta campagna.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_I_Tatti]
http://itatti.harvard.edu/Via Vincigliata - 26 - 50014 Fiesole FI ( )Arte - Botanica - Storia
Villa Peyron
La villa, il giardino formale e l'ampio parco, si trovano sulle colline fiesolane, in una bellissima posizione con a sud una spettacolare vista su Firenze e verso est un'inquadratura di Castel di Poggio. Il toponimo del luogo prende la denominazione da una fonte cinquecentesca, immersa nel rigoglioso bosco, posta a monte della villa e che fornisce per caduta l'acqua necessaria al funzionamento delle numerosissime fontane presenti nel giardino e nel parco.

La villa fu verosimilmente costruita su rovine di epoca etrusca, delle quali vi sono tracce evidenti nei sotterranei e nelle immediate vicinanze, come i muri ciclopici emergenti nel parco; col passare dei secoli ebbe rifacimenti e trasformazioni finché non assunse l'aspetto attuale per opera dell'architetto Giovannozzi, nei primi del Novecento.

Il giardino, articolato su tre terrazzamenti digradanti verso sud, è sistemato con un parterre di bosso, lungo l'asse della villa. Presumibilmente il primo terrazzamento risale all'epoca di costruzione della villa, mentre gli altri, come molti interventi nel parco, sono stati realizzati prima da Angelo Peyron e successivamente dal figlio Paolo Peyron. È a Paolo Peyron che si deve la realizzazione del lago e del soprastante complesso architettonico e monumentale. Le statue di pregevole fattura che ornano il giardino, al posto di quelle andate distrutte durante l'ultima guerra, provengono dalle ville venete del Brenta.

Poco distante dalla villa si trova il Castello di Vincigliata, un tempo appartenuto a Sir John Temple Leader.

Nel 1998, promossa dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è nata la Fondazione Parchi Monumentali Bardini-Peyron che ha ricevuto in concessione dallo Stato la gestione e la valorizzazione di Villa Bardini con annesso il Giardino Bardini e la donazione dallo stesso Paolo Peyron della Villa Peyron con il suo giardino del Bosco di Fontelucente.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Fonte_Lucente]
https://www.bardinipeyron.it/villa-giardino-peyron/Via Vincigliata - 2 - 50014 Fiesole FI ( )Arte - Botanica - Storia - Eventi
Fattoria di MaianoAlla Fattoria di Maiano l’incanto della Natura incontra il fascino di secoli di Storia. A pochi chilometri dal cuore di Firenze, potete immergervi nella quiete lussureggiante delle celebri colline fiesolane. Qui la dolcezza dei versanti boscosi si alterna al profilo scosceso delle cave di Maiano, un tempo prezioso bacino minerario. Proprio da queste cave i maestri scalpellini ottennero la pietra arenaria con cui costruirono gli edifici e le dimore fiorentine. Oggi la Fattoria di Maiano conserva intatta l’antica bellezza naturale, avvalorata dalle opere di imboschimento e da un’accurata ristrutturazione. Alla ricchezza del patrimonio paesaggistico si aggiungono i frutti dell’azienda agricola, gli splendidi oliveti e la varietà degli animali allevati. Mentre gli echi del passato storico risuonano ancora tra le imponenti cave e i fusti maestosi degli alberi secolari.

[Fonte: http://www.fattoriadimaiano.com/chi-siamo/]
http://www.fattoriadimaiano.com/chi-siamo/Via Cave di Maiano 2 - Via Benedetto da Maiano - 11 - 50014 Fiesole FI ( )Arte - Storia - Gastronomia - Divertimento - Eventi
Bike Gym Maiano
FFR Bike Gym si trova a soli 5 Km dal Centro di Firenze immerso nelle dolci colline “sotto Monte Ceceri, da dove la Macchina del Volo di Leonardo da Vinci spiccò il suo primo volo nel 1506”. Non si tratta di un comune bike park, ma di una “palestra all’aria aperta” ideata per allenarsi e divertirsi con la propria bicicletta.

[Fonte: http://www.firenzefreeride.org/bike-gym/]
http://www.firenzefreeride.org/bike-gym/Via Cave di Maiano, 6, 50014 Fiesole FI ( )Sport - Divertimento
Laghetto delle Colonne e Parco Romantico
Venite a scoprire il Parco della Regina, intorno al laghetto delle Colonne, un luogo pieno di storia e suggestioni naturalistiche.

Il laghetto delle Colonne, realizzato nella seconda metà dell’800 per volere di Sir John Temple Leader proprietario dell’azienda, è nato attraverso l’immissione delle acque del torrente Mensola nell’ antica Cava delle Colonne, così chiamata perché le sue pietre erano servite per la costruzione delle colonne della Cappella dei Principi di San Lorenzo a Firenze.

Le sponde del lago ancora oggi sono delimitate da rocce di macigno che formano suggestive grotte e da una rigogliosa vegetazione che sporgendosi sulla superficie dell’acqua ne caratterizza il colore.
Il laghetto delle Colonne ha avuto ospiti illustri nel corso dei secoli, tra questi la Regina Vittoria d’Inghilterra come testimonia un dipinto che la ritrae intenta a dipingere questo angolo incantato della Fattoria.
Durante il percorso potrete ammirare gli animali allevati in Fattoria, mucche di razza Limousine e asini Amiatini, animali che vivono in perfetta sintonia con la natura.

[Fonte: http://www.fattoriadimaiano.com/il-parco-romantico-e-il-laghetto-delle-colonne/]
http://www.fattoriadimaiano.com/il-parco-romantico-e-il-laghetto-delle-colonne/Via Vincigliata - 19 - 50014 Vincigliata FI ( )Arte - Storia
Castello di VincigliataI primi cenni del castello di vincigliata si hanno nel 1031; al tempo la proprietà era dei Vinsdomini e Alessandri.
Per ben ottocento anni il castello è stato venduto, perso al gioco tra le famiglie piu’ importanti e famose in Firenze, fino ad essere quasi distrutto.

Nel 1840 le sue rovine catturarono l'attenzione di un giovane lord inglese, John Temple Leader, che passeggiando tra le colline fiesolane, si imbattè in questo pittoresco rudere e affascinato da tale meraviglia, decise di comprarlo. Tra tutte le storie imprigionate in quelle mura, egli amò la leggenda di donna bianca. Il suo sogno divenne quello di poter rivivere la magia del maestoso castello.

Fu cosi’ che Sir John si affidò al Fancelli, giovane architetto figlio del suo fattore, e alla collaborazione dei più famosi artigiani, scultori, scalpellini, vetrai, pittori fiorentini, che contribuirono alla ricostruzione del castello in ogni suo particolare seguendo rigorosamente lo stile medievale. Rinasce cosi’ vincigliata.
Tra quelle mura creò cosi’ il suo prezioso museo personale esibendo ai suoi illustri ospiti, armature, affreschi e bassorilievi estrapolati dalle antiche botteghe e chiese fiorentine.

Da allora viene utilizzato come cornice incantevole per ricevimenti, ricreando nei suoi accoglienti salotti e nella magica corte serate indimenticabili.

La Leggenda: Bianca era una fanciulla ammirata e corteggiata da molti uomini per la sua avvenenza, ma il suo cuore apparteneva ad un solo uomo.
Costui era il figlio del peggior nemico della sua famiglia, ma il loro amore sembrò trionfare persino sulla ingiusta faida.
Il giorno delle nozze, bianca sali’ sulla torre in attesa dell'arrivo del suo amato, ma cio’ che vide segno’ purtroppo il suo destino.
Egli, cavalcando verso la sua futura sposa, venne assalito dai suoi stessi fratelli che lo uccisero davanti agli occhi increduli di bianca.
Si narra che mori’ di crepacuore ancora nelle sue vesti nuziali. Da allora il suo spirito aleggia fra le mura del castello proteggendo ogni tipo di amore, soprattutto quelli piu’impossibili.

[Fonte: http://castellodivincigliata.it/it/castello.php]
http://castellodivincigliata.it/it/castello.phpVia Vincigliata - 21 - 50014 Vincigliata FI ( )Storia - Leggenda - Eventi
Parco Avventura - Vincigliata
Un Parco Avventura con i percorsi più lunghi della Toscana, immerso nel verde, a soli 10 minuti da Firenze. Si snodano percorsi tra gli alberi, sui quali si affrontano passerelle, ponti, salti nel vuoto, liane, reti e carrucole.

[Fonte: https://www.treeexperience.it/parco-avventura-vincigliata/]
https://www.treeexperience.it/Via Vincigliata - 21 - 50014 Fiesole FI ( )Parco Giochi - Natura - Sport - Divertimento
Monte Ceceri
Il Parco di Montececeri è una vasta distesa boschiva adagiata sui pendii del colle fiesolano, nell’area, di forma pressappoco triangolare che si estende fra il borgo di Maiano, via di Doccia (il punto in cui si trovano Villa San Michele e Villa Fiesole) e la località di Baccano (corrisponde più o meno alla collocazione di Villa Peyron).

Il parco occupa la sommità del poggio di Montececeri e rappresenta una grande attrattiva del territorio fiesolano sia dal punto di vista naturalistico, per le passeggiate nella natura, sia dal punto di vista panoramico e paesaggistico: i sentieri che solcano il Parco infatti, si snodano in splendido saliscendi con numerosi scorci sia sulla città di Firenze (lo spiazzo dedicato a Leonardo da Vinci sorge proprio alle spalle di Campo di Marte) che su Vincigliata.

Di grande impatto scenografico sono infine le numerose cave di pietra sparse un po’ dappertutto all’interno del parco: il complesso delle Cave di Maiano infatti, che ha reso celebre il minuscolo borgo ai piedi di Fiesole grazie all’opera dei maestri scalpellini, sorge subito alla base del Parco, per poi estendersi anche all’interno del bosco: chi visita il Parco incontrerà lungo i sentieri una grande quantità di cave, ormai abbandonate, che mostrano il ciclopico spettacolo dello sbancamento del fianco della collina, avvenuto con gli umili strumenti degli artigiani di Maiano.

Il Parco, che possiede un’estensione complessiva di 44 ettari e raggiunge la sommità ad un’altezza di 415 metri, si inserisce nel complesso segnaletico dei sentieri del CAI che percorrono l’Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL) di Montececeri-Torrente Mensola. Oltre ai percorsi che si dipanano all’interno del Parco, come lo spettacolare sentiero degli Scalpellini, ve ne sono infatti altri che collegano il Parco a Vincigliata e al Torrente Terzolle. Il parco è anche inserito nell’itinerario sentieristico dell’Anello Pian del Mugnone-Fiesole. Attualmente sono sei i percorsi segnalati che coinvolgono il Parco di Montececeri.

Il piccolo poggio di Montececeri, posto alle pendici sud-orientali di Fiesole, prende il nome dall’antica presenza di una particolare specie di cigni che, dal tipico rigonfiamento presente sopra il becco prendevano appunto il nome di “ceceri”.

Storicamente, il parco di Montececeri deve la sua notorietà al fatto di essere stato scelto da Leonardo da Vinci nel 1506 come punto di partenza per sperimentare la sua invenzione, la “macchina volante”. Grazie all’ardimento di Tommaso Masini (detto “Zoroastro da Peretola”), uno dei famigli di Leonardo, l’esperimento andò a buon fine, rappresentando così il primo volo umano della storia.

A ricordo del memorabile evento, esiste ancora all’interno del parco una stele che riporta l’epigrafe di Leonardo sul celeberrimo esperimento: la stele è collocata sul piccolo spiazzo panoramico, oggi adibito anche a punto-sosta attrezzato, da cui si dice che si sarebbe involata la macchina di Leonardo.

[Fonte: https://www.fiesole.it/parco-montececeri.html]
-R823+9J Fiesole - FI ( )Storia - Natura
Cave di Maiano
Il sito delle cave di Maiano comprende tutto il vasto complesso di sbancamenti del colle fiesolano, operati nei secoli dagli scalpellini della zona per ottenere la pregiata arenaria locale utilizzata come materiale edile per la costruzione di ville e palazzi, non solo a Fiesole e dintorni ma anche in tutta la città di Firenze.

Il minuscolo borgo medioevale di Maiano, posto alle pendici del Montececeri, è famoso da secoli per la presenza delle famose cave da cui si ottengono le pregiate varietà della “pietra forte” e della “pietra serena” (altrimenti detta “pietra bigia”). Grazie alla disponibilità dei pregiati materiali di costruzione, utilizzate per la costruzione dei più prestigiosi palazzi, si sviluppa a Maiano una fiorente comunità di maestri scalpellini dediti all’attività di estrazione e lavorazione della pietra, che si protrae fino a tutto l’Ottocento.

Il florido settore della lavorazione della pietra da costruzione porta nei secoli i maestri scalpellini ad un livello di eccellenza tale che il territorio circostante Fiesole inizia a sfornare superbi artisti scultori, del calibro di Mino da Fiesole e Desiderio da Settignano.

Le cave di Maiano rappresentano soltanto una parte del vasto complesso di estrazione di pietre ornamentali che si estende in tutto il comprensorio fra Maiano e Settignano. Le cave di Maiano, ormai abbandonate ed in completo disuso, sono ancora oggi visibili negli sbancamenti che interessano il fianco della collina fiesolana.

Esiste addirittura un itinerario sentieristico segnalato dal Cai Firenze, detto “sentiero degli scalpellini”, che interessa in Parco di Montececeri: lungo il sentiero che sale al piazzale del “volo di Leoanardo”, infatti, è possibile osservare da vicino esempi delle tipiche cave modellate per l’estrazione con gli umili strumenti degli scalpellini dell’epoca.

[Fonte: https://www.fiesole.it/il-borgo-di-maiano-e-le-cave.html]
-Via Cave di Maiano - 50014 Fiesole FI ( )Storia - Natura
Chiesa di San Martino a Maiano
Risale all'XI secolo, ma mostra oggi l'aspetto ricevuto dai restauri condotti prima nel XV secolo e poi tra Otto e Novecento. Quello ottocentesco, in particolare, fu condotto a partire dal 1885 da John Temple Leader, che acquisì nel 1873 il monastero poco distante trasformandolo in una fattoria.[1]

La chiesa, che faceva parte di un monastero delle Benedettine, presenta un impianto a croce latina con una sola navata.[1]

Sopra la porta, San Martino che dona il mantello ad un povero, rilievo in terracotta robbiana. All'interno, a una sola navata, il dossale con la Madonna col Bambino e San Giovannino, San Benedetto e San Martino attribuibile a Giovan Battista Naldini (1583) e un altro dipinto del Naldini con l'Annunciazione (1585).

Poco oltre si trova il monumento sepolcrale di Agostino Del Nero (1576). A destra, il monumento sepolcrale di Costanza Hall (1859) di Giovanni Bastianini. Nell'attiguo ex-monastero, oggi di proprietà privata, si trova nel chiostro un bell'affresco della fine del Trecento con la Madonna della Misericordia.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Martino_a_Maiano]
-Via Cave di Maiano - 6 - 50014 Fiesole FI ( )Arte - Sacro - Storia
Chiesa di Santa Maria a Vincigliata
Gli Alessandri, proprietari del vicino castello, costruirono nel Quattrocento il campanile su cui è collocata la loro arme in pietra e ampliarono la chiesa risalente al XII secolo. Al XV secolo risalgono anche un busto in terracotta di San Lorenzo e uno della Madonna col Bambino attribuito ad Antonio Rossellino. Alla fine del Settecento fu invertito l'orientamento e al posto dell'abside, del cui arco ogivale rimane traccia sulla parete, fu costruita la facciata.

L'attuale abside rettangolare si è arricchita negli anni '80 del Novecento di una decorazione in terracotta con Scene dell'Antico e Nuovo Testamento di Amalia Ciardi Dupré, autrice anche della mensa d'altare in bronzo e della decorazione dell'attigua cappella di San Lorenzo.

[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_a_Vincigliata]
-Via Vincigliata - 12 - 50014 Vincigliata FI ( )Arte - Sacro - Storia
Fonte Sotterra
Dirigendosi verso Montececeri, sul colle orientale, si entra nell'antico borgo di scalpellini di Borgunto: i suoi vicoli offrono scorci caratteristici e nascondono inconsuete tracce della sua storia. La Fonte Sotterra, con accesso presso Piazza san Bernardino, è una grotta scavata artificialmente in corrispondenza di una faglia naturale, che assicura così la costante presenza di acqua limpida all'interno. All'ingresso della fonte, delle scale conducono in basso verso un ambiente buio (dalla capacità di circa 700 metri cubi, largo circa 10,5 metri e lungo circa 32,5) in cui era possibile attingere l'acqua. La temperatura all'interno è costantemente di 13°C e questo permetteva alle famiglie della zona di tenere al fresco le proprie ceste di frutta e verdura sulle scale di accesso alla sorgente.

L'ambiente ha subito alcune modifiche nel corso dei secoli, soprattutto per migliorarne l'agibilità: nel 1855, in seguito ad un'epidemia di colera, l'ingresso venne chiuso da un cancello e fu installata una pompa che permetteva alle persone di attingere l'acqua senza dover scendere le scale al buio. Un'ulteriore modifica si ebbe nel 1944, quando la fonte fu trasformata in un rifugio antiaereo e vi fu realizzata un'uscita di sicurezza.

Nell'Ottocento la Fonte Sotterra era conosciuta come opera etrusca, ma è difficile risalire alla sua epoca di costruzione; sicuramente questo prezioso ambiente ebbe continuità di utilizzo fino a poco tempo fa, come dimostrano le numerose iscrizioni sulle pareti interne, che, datate, riportano spesso i nomi delle più importanti famiglie di scalpellini del luogo. Dopo la seconda guerra mondiale quest'importantissima opera fu chiusa e cadde in totale abbandono.

[Fonte: https://www.museidifiesole.it/musei/altre-evidenze]
https://www.museidifiesole.it/musei/altre-evidenzeVia della Fonte Sotterra - 50014 Fiesole FI ( )Storia - Natura
Cattedrale di San Romolo (Duomo di Fiesole)
Il Duomo di Fiesole, intitolato a San Romolo, domina la piazza centrale della cittadina, Piazza Mino da Fiesole, attorniato dagli altri edifici che costituiscono il complesso vescovile, ovvero il Seminario, il Palazzo dei Vescovi e la Cappella di San Jacopo.

L’antichissima costruzione risale, nella sua originaria costruzione, agli inizi del secolo XI, quando la sede del vescovo fu spostata a San Romolo dalla precedente cattedrale, la Badia Fiesolana. La dedica della chiesa ricorda il santo che portò la predicazione cristiana nel territorio fiesolano ed ivi morì martire nel corso della sua opera di evangelizzazione.

Costruita nel 1026 per volontà di Jacopo il Bavaro, che aveva deciso di traslare la sede vescovile dalla Badia all’interno delle mura cittadine, la cattedrale di San Romolo fu ampliata diverse volte nel corso dei secoli: una prima volta nel XIII secolo (al 1213 risale ad esempio la costruzione del campanile), una seconda nel XIV secolo, e ulteriori rimaneggiamenti nei secoli successivi, fino a quando, nel corso dell’Ottocento venne ricostruita integralmente la facciata del Duomo così come oggi appare ai visitatori.

La chiesa cattedrale di Fiesole è stata per lunghi secoli il centro nevralgico della potente diocesi fiesolana, che ancora oggi copre un territorio molto vasto in Toscana, arrivando ad estendere la sua giurisdizione pastorale fino alle prime propaggini del Chianti.

[Fonte: https://www.fiesole.it/basilica-di-san-romolo-duomo.html]
https://www.diocesifiesole.it/Piazza della Cattedrale, 1, 50014 Fiesole FI ( )Arte - Sacro - Storia
Giardini Borgunto
Giardini pubblici con splendida vista su firenze. Ottimo punto di partenza per una visita a Montececeri.-Via del Pelagaccio - 50014 Fiesole FI ( )Parco Giochi - Natura
Convento di San Francesco
Il convento di San Francesco sorge nel punto più alto del colle fiesolano, in splendida posizione panoramica, nel luogo dove sorgeva anticamente l’Acropoli prima etrusca e poi romana, e infine la Rocca distrutta dai fiorentini 1125.

Il primo nucleo dell’imponente complesso risale al 1225, quando le monache Romite di Sant’Agostino fanno edificare un piccolo convento cui si aggiunge nel 1339 la Cappella dedicata a Santa Maria del Fiore ad opera del devoto Lapo di Guglielmo Pellini. Sul finire del XIV secolo (attorno al 1390) arrivano presso il piccolo complesso religioso i frati Francescani Osservanti, che ampliano la costruzione originaria portando il convento alle attuali dimensioni e conformazione grazie alla donazione del nobile fiorentino Guido del Palagio, che lasciò loro in eredità tutto il suo patrimonio per questo scopo.

Nelle sue forme attuali, il Convento appare ai visitatori affacciato sul prato che dall’alto guarda su Firenze: vi si affacciano la facciata della chiesa con il delizioso protiro ed il portico loggiato perimetrale. Oltre alla chiesa, il complesso conventuale comprende tre chiostri (chiostro grande, chiostro intermedio e chiostro piccolo), le celle dei frati ed i locali occupati dal piccolo Museo Etnografico Missionario.

[Fonte: https://www.fiesole.it/convento-di-san-francesco.html]
http://www.fratifiesole.it/Via S. Francesco, 13, 50014 Fiesole FI ( )Arte - Sacro - Storia
Villa Gamberaia
Situata sulle colline di Settignano, in splendida posizione panoramica con vista sulla città di Firenze e sulla valle dell’Arno, Villa Gamberaia sorge nel luogo in cui documenti del tardo ‘300 attestano la presenza di un podere con casa colonica appartenuto al convento di S. Martino a Mensola. Ai primi del ‘400, il podere fu acquistato da Matteo di Domenico, che adottò in seguito il cognome Gamberelli. Due dei suoi figli, Bernardo ed Antonio Rossellino, furono annoverati tra i più insigni architetti e scultori dell’epoca. Il nome della località, e con essa il cognome Gamberelli, possono essere fatti risalire con tutta probabilità ai gamberi che all’epoca venivano pescati nei vicini bacini d’acqua dolce.

Ai primi del ‘600, Zanobi Lapi, facoltoso e colto mercante Fiorentino arricchitosi nella produzione e nel commercio delle stoffe di lusso, acquistò la villa e dette inizio alla costruzione del corpo principale sfruttando, in parte, fondamenta già esistenti. È a lui ed a suoi due nipoti che si devono la ricomposizione delle due aree principali del giardino e la creazione dell’ingegnoso sistema di fontane. Un secolo più tardi, la tenuta, che comprendeva ormai una quindicina di case coloniche, passò nelle mani dei marchesi Capponi. Grazie ai lavori che questi vi fecero eseguire, la villa entrò presto nel novero delle più belle ville Fiorentine. In un’antica pianta della tenuta (c.1725-30) e nelle incisioni di Giuseppe Zocchi (c.1744) si possono già scorgere chiaramente gli elementi che tutt’oggi caratterizzano la villa: i due assi longitudinali, orientati da nord verso sud, il viale d’ingresso ombreggiato da filari di cipressi ed il lungo viale a prato, il bowling-green, l’asse trasversale, con andamento da est verso ovest, che dà forma al cabinet de rocaille (gabinetto rustico), bordato da boschetti di lecci, il terrazzo superiore con la sua limonaia e, all’estremità meridionale, il sofisticato parterre alla francese completo di voliera e “garenna” o “isola dei conigli”. Ad adornare grotte e pareti dei giardini statue, busti delle quattro stagioni ed urne.

[Fonte: https://www.villagamberaia.com/storia/]
https://www.villagamberaia.com/storia/Via del Rossellino - 72 - 50135 Firenze FI ( )Arte - Botanica - Storia - Eventi
Arceri del Rovo - Tiro con L'arco
La Compagnia Arcieri del Rovo è stata fondata nel 1989 da alcuni arcieri interessati a praticare il tiro con l'arco istintivo e venatorio secondo le regole della allora Federazione Italiana Arcieri Cacciatori, divenuta nel 1991 Federazione Italiana Arcieri tiro di Campagna (FIARC).
La suddetta federazione ha sede in Milano, in ogni regione ci sono i comitati regionali e decine di compagnie, solo in Toscana sono 34, la FIARC organizza il campionato Italiano che assegna di volta in volta ad una compagnia, il campionato Italiano di tiro al volo e l’indoor che ultimamente sta riscuotendo un bel successo.
L'obiettivo finale che la FIARC si propone é quindi quello di promuovere e praticare un tiro con l'arco ricreativo, adatto a tutti i membri di una famiglia, per una sana vita sportiva ed ecologica a stretto contatto con la natura……che sposiamo in tutto e per tutto.
Con l'acquisizione della prima sede in uno storico parco a Vincigliata, nel Comune di Fiesole nel 1990, l'attività della Compagnia si è divisa tra la diffusione della pratica del tiro con l'arco e l'attività sportiva, organizzando corsi e gare regionali.
A queste attività, dal 1993, si é aggiunta quella del Gruppo Storico, (ARCATORES ROVO)che si prefigge di dare nuova vita alle pratiche degli arcieri sia civili che militari del periodo che va dalla seconda metà del 1200 alla fine del 1300, proponendo un gruppo di tiratori e figuranti che riproducono e utilizzano l'abbigliamento, gli archi e le frecce secondo fogge e metodologie dell'epoca.
Dal 2005 la Compagnia si e' trasferita presso l'azienda agricola Villa Le Sorti nel Comune di Lastra a Signa.
Nel 2012 con l'adesione alla UISP la Compagnia Arcieri del Rovo diventa una A.S.D. affiliata al C.O.N.I.
Nel 2015 la compagnia ritorna nella zona di Maiano (Fiesole) più precisamente in loc. Mulinaccio dove dispone di un ampia sede per i soci e di un campo per l’allenamento e le gare.

[Fonte: http://www.arcieridelrovo.com/nuovosito/index.php/chi-siamo]
http://www.arcieridelrovo.com/Via Cave di Maiano - 50014 Loc.Mulinaccio - Maiano FI ( )Giochi - Sport - Natura
Chiesa di Santa Maria Primerana
Nonostante sia poco conosciuta sia ai turisti che anche agli abitanti della zona, si tratta di uno degli edifici religiosi più antichi della zona: è ricordata infatti sin da prima dell’anno 1000, precisamente dal 966 d.C.. Il ritrovamento nell’area adiacente di sepolture di epoca longobarda fa tuttavia presumere che l’edificio sia ancora più antico e sia stato ricostruito su una precedente basilica paleo-cristiana. La collocazione rialzata sul podio collocato nella zona che coincideva nell’antichità con il Foro Romano da supporre che il sito possa essere stato costruito addirittura riutilizzando fondazioni di epoca romana (forse di un precedente tempio pagano). In ogni caso, Santa Maria Primerana rappresenta di sicuro una delle chiese più antiche del contado fiesolano.

Ampliata in epoca medioevale, la facciata fu interamente ricostruita alla fine del Cinquecento secondo i canoni dell’estetica manierista allora in voga. Importanti interventi successivi riguardano l’altare maggiore, costruito alla metà del ‘700 su disegno di Bernardino Ciurini ed il porticato, che, nonostante riprenda motici architettonici dell’originario stile romanico della chiesa, risale in realtà al 1801.

L’interno della chiesa, costituito da un’unica aula che termina in un transetto, conserva alcune pregevoli opere d’arte, fra le quali il grande crocifisso ligneo dipinto attribuito a Bonaccorso di Cino, artista di scuola giottesca, le pareti affrescate da Niccolò di Pietro Gerini (attualmente piuttosto sbiadite), una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia e due bassorilievi marmorei di Francesco da Sangallo

[Fonte: https://www.fiesole.it/santa-maria-primerana.html]
-Piazza Mino da Fiesole, 27, 50014 Fiesole FI ( )Arte - Sacro - Storia
Anfiteatro Romano e Museo Archeologico

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Chi pensa a Fiesole pensa soprattutto al suo teatro romano ed alla sua affascinante posizione: proprio dietro la piazza principale, infatti, si apre anche al visitatore più distratto una porta sulla storia e sulla natura, un'area verde che, fin dall'epoca etrusco-romana, è stata per la popolazione un luogo di incontro e di aggregazione, grazie agli edifici pubblici che vi erano riuniti.

L'Area archeologica, delimitata a nord dalle mura etrusche, conserva le tracce della storia fiesolana: sul Tempio etrusco di IV secolo a.C. i Romani, dopo aver conquistato la città nel I secolo a.C., costruirono un altro tempio ed arricchirono l'area con il Teatro e le Terme. Presso la zona sacra del tempio, una Necropoli longobarda testimonia il successivo utilizzo dell'area.

All'intero di quest'area si trova il museo archeologico. Il Museo Archeologico, posto in una posizione di eccezionale importanza storico-archeologica e bellezza paesaggistica, conserva i resti materiali della lunga storia fiesolana, raccontando ai suoi visitatori le varie culture che si sono susseguite a Fiesole, da quella villanoviana agli Etruschi, dai Romani ai Longobardi, con attenzione anche al periodo del collezionismo antiquario, che ha convogliato proprio in questa città (tappa del grand tour) reperti importanti.

[Fonte: https://www.museidifiesole.it/musei/area-archeologica]
https://www.museidifiesole.it/musei/area-archeologicaVia Portigiani, 1, 50014 Fiesole FI ( )Arte - Storia
Arceri di Poggio al Vento - Tiro con L'arco
Siamo una compagnia di Tiro con l’Arco di Firenze, La nostra sede si trova sul colle di Vincigliata vicino a Fiesole e offre agli appassionati arcieri uno splendido campo di circa trentasei piazzole, tra i piu belli d’italia. Il panorama fiorentino arricchisce ancor di più il nostro splendido bosco.

[Fonte: http://www.09eolo.it/]
http://www.09eolo.it/Via Desiderio da Settignano - 50 - 50135 Settignano FI ( )Giochi - Sport - Natura