Il nome della Festa prende spunto dalla denominazione “Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL)” che la nostra area ha ricevuto fin dal 2000. La Festa, nata nel 2005, è dedicata alla promozione del territorio che ci circonda e si sviluppa in più eventi, che normalmente sono collocati in due sabati e una domenica di maggio. I primi due giorni sono dedicati a gite pensate per immergersi nel territorio, mentre il terzo giorno è dedicato alla Festa vera e propria, che comprende vari giochi per ragazzi e adulti, musica e varie attrazioni; all’interno della Festa trova anche spazio un dibattito politico, in cui viene trattato un argomento riguardante lo sviluppo e la gestione dell’Area Naturale Protetta.
Per gli abitanti di Ponte a Mensola e di tutta la zona è motivo di orgoglio essere circondati da tanta storia e bellezza. Ma, come accade per i gioielli, prende significato solo se è possibile mostrarla e farla ammirare. E lo scopo della Festa è proprio questo: portare a conoscenza di molti la ricchezza dei beni storico-culturali e paesaggistici che caratterizzano la nostra zona. Come? Aprendo un dialogo con i partecipanti, immergendoli nella storia (e talvolta nella leggenda) che permea questi luoghi attraverso i mille e più racconti che vi sono ambientati o che si sono svolti davvero: ad esempio, quello della Ninfa Mensola che, per amore di Africo, viene trasformata da Diana in torrente; oppure quello di Michelangelo, che dal latte della balia, moglie di uno scalpellino di Settignano, assorbe l’arte dello scalpello. E se guardando il monte Ceceri si riesce a immaginare il primo volo umano effettuato con il Nibbio dall’assistente di Leonardo da Vinci, quel Tommaso Masini detto Zoroastro da Peretola, affacciandosi su Firenze dal maniero di Poggio Gherardo non si può riandare con la mente alle prime cinque giornate del Decamerone, che il Boccaccio (vissuto nella vicina Corbignano) lì ambienta, e quindi proseguire, idealmente o no, con i famosi duemila passi che conducono al palagio di Maiano. Passeggiando poi per le strade di Settignano, ci si aspetta di veder sbucare da un angolino Desiderio da Settignano o l’Ammannati, il Brunelleschi o i fratelli Rossellino, o magari i Cioli o il Buontalenti, o forse Telemaco Signorini mentre è intento a pitturare la piazza… insomma, un’infinità di nomi che hanno rappresentato l’arte in tutte le sue facce. E certo si riesce a immaginare le botteghe degli scalpellini, che nel Rinascimento erano famosi in tutta Europa: trasformatisi in molti in scultori e architetti, nulla faceva Michelangelo senza di loro. E che dire della nobile Fiesole con le sue possenti mura etrusche, o del monte Ceceri, con le sue cave che disegnano il “negativo” della città di Firenze dato che dal suo ventre è stata asportata la pietra per i palazzi fiorentini: pare quasi di vedere il Vasari, il Brunelleschi o Michelangelo che son lì a scegliere la materia per i loro preziosi manufatti…
La Festa, organizzata in collaborazione con la Regione Toscana, il Comune di Firenze, il Comune di Fiesole ed il Quartiere 2 del Comune di Firenze, è divenuta via via più popolare: amatissima da bambini e ragazzi, è diventata un appuntamento annuale per i fiorentini e coinvolge anche le scuole del territorio. Il successo sempre crescente non può che stimolare l’Associazione nella vocazione di diffondere ancora di più la conoscenza del nostro storico e ameno territorio.