Come è noto, i rilievi collinari che delimitano a nord di Firenze da monte Rinaldi a Monte Ceceri e alle colline di Settignano, sono costituiti dalla roccia sedimentaria detta “macigno”, Comunemente chiamata “pietra serena”. Questa pietra fin dall’antichità, è stata largamente utilizzata per innumerevoli impieghi nelle seguenti opere: l’edilizia cittadina (Fiesole in età etrusco-romana e poi Firenze romana, medioevale, rinascimentale, ecc.), le pavimentazioni stradali, i poderosi terrazzamenti a sostegno dei versanti dei colli adibiti a coltivazioni, gli impianti fognari, i suggestivi muri e muretti che delimitano tante vecchie strade e proprietà, le innumerevoli ville, le case coloniche e non per ultime le tante chiese che abbelliscono la conca fiorentina, celebrata nei secoli da artisti letterati italiani e stranieri. Le sue caratteristiche la rendono adatta a molteplici impieghi dalla costruzione di parti strutturali alle più fini lavorazioni artistiche e questo spiega la fioritura di una vera e propria “scuola” di scultura e architettura a Fiesole e Settignano, autentici centri di eccellenza della pietra serena fiorentina, con le loro botteghe di ornato rese celebri, nei tempi rinascimentali e moderni, da tanti artisti e tecnici, a partire da Benedetto da Maiano, Desiderio da Settignano, il Rossellino, Luca Fancelli e Gherardo Mechini, ecc. Alcuni meno noti hanno contribuito, con la loro opera, addirittura alla bellezza del Taj-Mahal in India.
L’area di Monte Rinaldi, Fiesole e Settignano è pertanto interessata da un sistema di cave che, fino a quando le attività estrattive furono praticate su vasta scala (inizio del XX secolo), si presentavano come veri e propri “paesaggi lunari” un paesaggio povero di vegetazione arborea ma pittoresco e suggestivo, in conseguenza dei crateri e delle cavità prodotte dall’estrazioni.
La crisi del mercato dovuta alla crescente disponibilità dei materiali da costruzione di altra natura, sicuramente di qualità più scadente, ma a basso prezzo, determinò la graduale cessazione delle escavazioni, tanto che nel 1929 fu possibile provvedere a vasti e sistematici, seppure difficoltosi, rimboschimenti.
Nel 1997 il riconoscimento da parte della Regione Toscana (delibera n° 1229del 12/11/2001) e del Comune di Fiesole dell’ANPIL di Monte Ceceri.
L’ANPIL del torrente Mensola è estesa per circa 400 ettari praticamente divisa a metà fra i comuni di Firenze e Fiesole, che nella parte alta va a congiungersi con l’ANPIL del Monte Ceceri (44 ettari).
Con l’istituzione dell’ANPIL del torrente Mensola, le Associazioni che fanno parte e operano nel Coordinamento per la tutela del territorio della valle del Mensola e delle colline di Settignano ( Ass.Culturale “La Mensola”, parrocchia di Settignano, Casa del Popolo di Settignano, Parrocchia di S.Martino a Mensola, Italia Nostra, Circolo Culturale Faliero Pucci di ponte a Mensola, Misericordia di Settignano, Congregazione del Trentesimo, Circolo dei Cacciatori di Settignano), legalmente costituitosi in Associazione senza scopo di lucro il 22 giugno 2001, hanno vinto una prima importante battaglia per arrivare a tutelare e salvaguardare un area di particolare pregio ambientale e paesaggistico, per la presenza di un patrimonio ricchissimo di valori naturali e culturali che in ogni epoca, ne hanno esaltato il ruolo residenziale a vantaggio delle classi dirigenti non solo fiorentine, e che sono legati alla storia millenaria sia dell’organizzazione agraria (specialmente al sistema mezzadrile), e sia nell’escavazione e lavorazione della pietra serena, attività che qui ebbe il suo fulcro principale, in funzione degli ingenti bisogni costruttivi della vicina città.
Sono questi fattori sociali a spiegare, infatti, la particolare intensità di beni culturali risalenti al lungo arco cronologico compreso tra Medioevo ed età contemporanea, come borghi e ville, chiese e case coloniche, parchi e giardini, che punteggiano un paesaggio ora costituito da fitte piantagioni arboree (con dominanza dell’olivo nelle colline spesso terrazzate), e ora da boschi che riflettono con chiarezza esemplare l’intervento armonioso dell’uomo (per la grande fittezza di cipressi e pini, lecci e altri alberi ornamentali sempreverdi), con le numerose cave di pietra e la densa trama della viabilità minore che di frequente si appoggia a muri a secco di sostegno e a tabernacoli o altri segni di sacralizzazione dello spazio..
Questa area ha ispirato Giovanni Boccaccio per il DECAMERONE, dove ha inquadrato la prima giornata dell’allegra brigata fuggita dalla peste di Firenze il NINFALE FIESOLANO, poemetto a cui fa da sfondo tutta l’area protetta per un amore tragico, fra la ninfa Mensola e il Pastore Africo.